Cos’è il Meccanisco Europeo di Stabilità e perchè potrebbe essere utile alla ripartenza economica post Coronavirus?
Proviamo a spiegartelo noi.
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Hey tu, lo sai cos’è il tanto chiacchierato MES? Proviamo a spiegartelo noi.
Il Meccanismo Europeo di Stabilità è un fondo salva-Stati, istituito per concedere prestiti a paesi in condizioni finanziarie gravemente compromesse, che necessitano di liquidità per investire, ma con tassi di interesse inferiori a quelli dettati dalla speculazione dei mercati finanziari. Nasce nel 2011 per contrastare la crisi dei debiti sovrani, fornendo aiuto a paesi con situazioni finanziarie allarmanti come Portogallo, Grecia, Spagna e Cipro. Riformato nel giugno 2019, durante il primo governo Conte, è definito “Il paracadute del paracadute”. È composto da: un consiglio dei governatori, di cui fanno parte i ministri delle finanze dei 19 paesi membri dell’Eurozona, un consiglio di amministrazione, i cui membri sono figure altamente qualificate nominate dai governatori e da un direttore generale nominato dai governatori.
Ogni Stato membro versa una quota e avrà diverso peso, sulla base della percentuale della quota versata, nelle votazioni concernenti la concessione di suddetti prestiti. L’Italia è terza per apporti, dietro a Germania e Francia.
Per accedere ai prestiti del MES, il cui credito sarebbe privilegiato, gli stati devono impegnarsi ad attuare riforme che aumentino la vigilanza bancaria e stimolino la crescita economica, riforme fiscali e tagli alla spesa pubblica.Non è prevista ristrutturazione del debito. I tassi di interesse sulle somme prestate cambiano in base al rischio di insolvenza attribuito al Paese richiedente, determinato dal grado di indebitamento pubblico. In caso di insolvenza gli stati andrebbero a risanare il debito pro-quota.
Perché è attuale?A causa della crisi mondiale derivante dall’emergenza sanitaria da COVID-19, il nostro Presidente del Consiglio ha richiesto l’accesso ad un prestito d’emergenza senza condizioni e a tassi di interesse controllati, allo scopo di finanziare gli interventi pubblici di investimento, in aggiunta a quelli già attuati, necessari alla ripartenza dell’economia qualora il quantitative easing non risultasse sufficiente.
a cura di Andrea Crispino e Pier Paolo Mignone