L’Oriente punta forte sul tavolo da gioco dell’economia mondiale: 15 Paesi e 26 trilioni di valore.
[Reading Time: 3 min]
Il 15 Novembre 2020 viene firmato il Regional Comprehensive Economic Partnership, il primo accordo ufficiale di libero scambio, che comprende ben 15 Paesi orientali, creando una coalizione tra i dieci componenti dell’Association of South-East Asian Nations (ASEAN), insieme a Cina, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud.
RCEP, l’origine:
Per comprendere come si è arrivati ad oggi, è opportuno fare un breve excursus storico. Nel 1967 nacque l’Association of South-East Asian Nations, un’organizzazione politica ed economica fondata con la principale missione di promuovere la cooperazione reciproca tra: Indonesia, Birmania, Vietnam, Brunei, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Laos e Cambogia, con osservatori in Papua Nuova Guinea e Timor Est. A partire da qui, l’attenzione si sposta direttamente al 2011, quando a Bali i membri dell’ASEAN proposero un accordo commerciale di libero scambio tra i Paesi aderenti, includendo, in aggiunta: Cina, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e Corea del Sud. Da allora, le trattative sono proseguite, trovando conclusione proprio i giorni scorsi.
RCEP, che cos’è:
Il RCEP è il più grande blocco commerciale al mondo, comprendendo circa un terzo della popolazione mondiale ed oltre 26 trilioni di PIL. Quest’alleanza non stabilisce unicamente regole commerciali comuni ma andrà a coinvolgere più aree: e-commerce, diritti di proprietà intellettuale e politiche di concorrenza. Inoltre, nonostante non offra lo stesso livello di integrazione dell’Unione Europea o dell’accordo USA-Messico-Canada, il RCEP è considerato un passo importante verso la rimozione dei dazi commerciali tra i paesi coinvolti, e verso un ulteriore aumento dell’influenza cinese in Asia.
RCEP, il protagonismo cinese:
Apparentemente, l’accordo non provocherà alcun effetto nel breve termine, poiché molte nazioni partecipanti hanno già diversi accordi commerciali in corso tra loro. Piuttosto, ciò che è importante evidenziare, è che questo evento si configurerà, con molta probabilità, come una ennesima vittoria geopolitica cinese. Il “dragone rosso“, infatti, potrà consolidare i rapporti con i diversi Paesi asiatici e avrà la possibilità di entrare nel vuoto economico generato dal ritiro degli Stati Uniti dagli accordi di libero scambio voluto dall’ex presidente Donald J. Trump.
RCEP, le potenzialità:
Secondo molte previsioni l’accordo permetterà di eliminare il 90% delle tariffe sulle esportazioni tra le parti entro i successivi vent’anni, e consentirà un proficuo sviluppo della circolazione di beni e servizi tra i paesi aderenti. Non è tutto: infatti, secondo le stime di alcuni economisti, l’accordo commerciale avrà la potenzialità di aggiungere 186 miliardi all’economia globale, e di generare un effetto sul PIL dei suoi membri pari allo 0,2%.
Se da un lato il RCEP potrebbe rappresentare una reale svolta al futuro asiatico, dall’altro lato resta l’interrogativo su quali sarebbero stati gli effetti di un’entrata in gioco dell’India, vista da molti come l’unica nazione in grado di controbilanciare la Cina, ma il cui attuale primo ministro, Narendra Modi, sembra essere ancora incerto su una partecipazione all’accordo.
A cura di Alessandro Garbucci