I beni rifugio che difendono il risparmiatore quando le fluttuazioni aumentano
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Se volessimo riassumere l’anno appena trascorso in una parola, useremmo di certo “incertezza”: la diffusione del virus Sars-Cov-19 ha sconvolto le previsioni sul futuro formulate appena al concludersi del 2019, avendo radicato in ciascuno di noi un senso di incertezza ed avversione al rischio che si è manifestato di riflesso sui mercati finanziari.
Globalmente gran parte degli operatori hanno reagito frenando gli investimenti, scoraggiati dalle ampie fluttuazioni di valuta e dai provvedimenti di contenimento dei contagi, per i quali tutte le attività, fatte salve quelle coinvolte nella distribuzione di beni di prima necessità, sono state momentaneamente sospese.
La contrazione del volume degli impieghi ha generato una ripida e repentina discesa delle quotazioni dei titoli in voga sulle principali borse mondiali e un conseguente crollo del mercato azionario.
Una nota positiva è rappresentata dal corso dell’oro, che non segue questa tendenza ribassista ma viceversa subisce un’impennata di prezzo che supera i massimi storici raggiunti nel 2011, l’anno del fallimento della banca statunitense “Lehmann Brothers”, quando sfiorò i 1.900 dollari l’oncia.
L’ORO, IL RIFUGIO DEGLI INVESTITORI
Storicamente a partire dal XIV secolo le banche centrali hanno iniziato a custodire le riserve auree all’interno dei loro caveaux. Nel 1946 dopo il secondo conflitto mondiale con gli accordi di Bretton Woods il valore della valuta americana divenne direttamente correlato al prezzo dell’oro.
Nonostante l’annuncio del 1970 della sospensione del golden standard da parte di R.Nixon, l’allora presidente degli Stati Uniti, con il quale dichiarò revocata la necessità della convertibilità oro-valuta, le banche continuano ad amuentare le riserve di oro fisico in loro possesso. Si conferma ad oggi come il bene di rifugio per eccellenza, infatti acquistarlo fornisce in contropartita protezione dalle frizioni generatesi sul mercato.
Le banche centrali, con Federal Reserve e BCE in prima linea, stanno stampando denaro a ritmi frenetici nel tentativo di attutire gli effetti collaterali delle chiusure generali delle attività economiche e la conseguente problematica occupazionale. Tra le oro manovre vi è la conferma delle aspettative di ribasso dei tassi di interesse reali, che favoriscono l’apprezzamento dell’oro.
Le manovre di immissione di liquidità poste in essere da ciascun governo hanno polarizzato gli investitori sui beni di rifugio che hanno privilegiato l’investimento in Etf sull’oro fisico. Gli Exchange Traded Funds, replicando passivamente l’andamento del sottostante, hanno accumulato solo durante il mese di Aprile 83 tonnellate di lingotti, piazzandosi come gli strumenti finanziari con la maggior volatilità, rappresentando il 78% degli scambi totali in etf. La pandemia ha in questo modo portato il prezzo dell’oro a superare i massimi storici, raggiungendo i 2.000 dollari l’oncia.
I BITCOIN, I FUTURI BENI RIFUGIO
La criptovaluta, contrariamente alle aspettative, non si è dimostrata esente dai danni del Covid-19, unendosi al generale crollo dei mercati del mese di Marzo. Nella notte tra il 12 e il 13 marzo la capitalizzazione del bitcoin si è ristretta di un ammontare pari a 48,3 miliardi di dollari, costituendo il suo crollo più estremo dal 2013.
In aggiunta all’oro, in tempi moderni, i bitcoin potrebbero costituire un faro in circostanze tempestose, la criptovaluta infatti possiede intrinsecamente accezioni simili ai tradizionali beni di rifugio.
Ad oggi le statistiche dimostrano la propensione dei risparmiatori all’investimento in bitcoin rispetto alle valute tradizonali, dati due elementi principali caratterizzanti la moneta virtuale:
- la “decentralizzazione”, che rende il bitcoin non manipolabile da un ente centrale e quindi insensibile ai provvedimenti di politica monetaria posti in essere dai governi;
- la “limitata quantità scambiabile”, si prevede che entro il 2141 si immetterà nel mercato la massima quantità di monete virtuali pari a 21.000.000.
Anche se l’oro rappresenta ancora una volta l’investimento da privilegiare in tempi di crisi, perché non dare uno sguardo all’evoluzione delle criptovalute, in un futuro neanche troppo lontano potremmo vederle come nuovi beni rifugio.
A cura di Francesca Maria Postiglione