Valerio ha 26 anni e si è laureato in Finanza alla Federico II. È stato un membro di ASE e Consigliere di Dipartimento DISES. Attualmente lavora presso Objectway come Associate Business Analyst!
Perché hai scelto il corso di Economia delle Imprese Finanziarie?
Dopo un iniziale indecisione il mio interesse si è prepotentemente indirizzato verso tutti i fenomeni ed i meccanismi che muovono i cicli delle economie; la voglia di conoscere modelli di business di aziende che operano nel settore dei servizi finanziari, mi ha naturalmente condotto ad individuare nello studio di tale settore la priorità cui dare credito per il mio futuro
Inoltre, ho sempre pensato che lavorare all’interno di istituzioni che operano sul mercato dei capitali rappresenti anche un modo per fornire un contributo allo sviluppo economico, e quindi al miglioramento sociale in genere.
Durante il tuo periodo universitario, quale esame ti ha entusiasmato di più?
Avendo sempre coltivato una grande passione per le materie quantitative ed in particolar modo per le logiche e le metodologie, posso affermare che l’esame che più mi ha entusiasmato durante il mio percorso universitario è stato quello di Econometria, il cui corso è tenuto dal professore Acconcia.
Peraltro, in coincidenza con la preparazione di questo esame ho avuto la fortuna di conoscere uno degli studenti più brillanti della Federico II, il compianto Giuseppe Travaglino, un grande amico, il che ha indissolubilmente legato, anche sotto il profilo emozionale lo studio di questo esame ad uno dei momenti più alti della mia carriera universitaria anche sotto il profilo umano, lasciandomene uno speciale ricordo.
In ogni caso sono consapevole che le logiche apprese durante il corso di econometria sono state successivamente fondamentali nei modelli implementati per la mia tesi di laurea magistrale all’interno del terzo capitolo empirico.
In seguito, ti sei iscritto al corso magistrale di Finanza, in coerenza con il percorso triennale. Perché questa scelta?
In coerenza con le motivazioni che mi hanno indotto al corso triennale; e l’interesse per la specializzazione nella gestione dei rischi bancari e l’approccio quantitativo alle materie economiche, richiedeva come passo ulteriore imprescindibile il percorso con la laurea magistrale in Finanza.
Poi la tesi di laurea in risk management, in cui è stato analizzato l’impatto dei nuovi requisiti sul rischio di liquidità, introdotti con la normativa di vigilanza bancaria “Basilea III”, sul rischio di tasso d’interesse e la redditività del settore bancario, ha rappresentato la naturale conclusione del percorso universitario, secondo le premesse iniziali coniugando la mia passione verso tale settore.
Prima di entrare nel mondo del lavoro hai deciso di conseguire un master presso IPE. In cosa ti sei specializzato? Pensi che rappresentino una grande opportunità per gli studenti?
Ho deciso di conseguire il master presso l’IPE business school, in quanto lo ritenevo un passo imprescindibile per poter approcciare in maniera adeguata al mondo del lavoro.
Nello specifico ho conseguito il master in Finanza avanzata, Risk Management e metodi quantitativi. Posso affermare dopo tale esperienza che il master all’IPE sia una grande occasione per poter rafforzare le proprie conoscenze tecniche, avere una visione più completa del mondo del lavoro, conoscere professionisti del settore, oltre ad avere anche opportunità di costruire legami forti sociali e professionali,
sui quali poter sempre contare e condividere idee. È sicuramente un’esperienza di grande crescita tecnica e personale alla quale devo molto.
Sei stato un membro di ASE. Cosa ti ha spinto ad entrare in questa associazione? E cosa ti ha dato?
Sono stato membro di ASE mosso dal forte legame che avevo con alcuni colleghi già presenti all’interno dell’associazione e con i quali avevo piacere a condividere tale esperienza.
L’esperienza di ASE mi ha arricchito con la opportunità di conoscenza persone di grande valore (oggi grandi amici), non solamente sotto il profilo della competenza tecnico-professionale, ma anche umana; ma soprattutto di sviluppare quelle soft skills, che il solo percorso accademico non consentiva di ottenere. In tal senso esperienze come il lavorare in team, il fare pubbliche relazioni e lo gestire i ragazzi più giovani, mi hanno consentito di mettermi in gioco e crescere in ogni senso.
Ho partecipato all’organizzazione del workshop generali, alla pubblicizzazione degli incontri organizzati dal titolo “università e lavoro” ma anche all’organizzazioni di eventi ludico-ricreativi. In tal modo Soft skills come il “team work”, il “public relations”, ed il “public speaking”, nonché il “problem solving” hanno rappresentato esperienze fondamentali da cui è emerso un insieme di elementi e di sinergie di altissimo valore di crescita.
Soft skills che tutt’oggi reputo fondamentali per fare carriera, ma anche nella vita privata.
Successivamente, in seguito alle elezioni, sei diventato Consigliere di Dipartimento DISES. Come hai vissuto le elezioni? Quanta importanza attribuisci a quest’ultima?
L’esperienza delle elezioni è stata sicuramente di grande importanza. Per quanto possa essere impegnativo e possa portare via tempo, è stato sicuramente il modo migliore, in rapporto alle mie personali caratteristiche umane e sociali, per mettersi in gioco, uscire dalla propria “comfort zone”, e sperimentare le proprie potenzialità ad ampio respiro, in un ambito di eccellenza come l’Università
Si è trattato di uno sviluppo umano che si è accompagnato alla carriera di studio universitaria, insegnandomi, al pari degli studi scientifici, le necessarie modalità per relazionarsi fruttuosamente in ambiti di aggregazione sociale, addestrandomi ad acquisire qualità come il sorridere sempre, il saper ascoltare e la disponibilità. Reputo tali qualità fondamentali per conoscere studenti e farmi apprezzare da questi ultimi. Affermo inoltre che un consigliere di dipartimento deve rappresentare gli studi per cui in primis deve avere le caratteristiche di uno studente che vive l’università e ne percepisce in primo luogo tutte le problematiche.
Per quanto possa portare anche a situazioni più difficili, posso affermare che le elezioni accademiche siano state un’esperienza molto formativa ed in particolar modo perfetta per fare network.
Parlaci della tua esperienza da Consigliere. Insieme ai tuoi colleghi e ad ASE stessa, quali obiettivi avete raggiunto? E quali pensi siano gli obiettivi da raggiungere ora?
È stata una bellissima esperienza che, come ho detto, ha contribuito alla mia formazione.
Uno degli obiettivi prefissati era quello di costituire un laboratorio formativo per gli studenti del DEMI e del DISES, mediante il quale sarebbe stato possibile conseguire i 3 cfu alla laurea magistrale, dove discutere ed approfondire le politiche monetarie della BCE e delle banche centrali insieme a relatori professionisti esperti del settore.
Sono stati raggiunti obiettivi di collaborazione con il dipartimento per l’organizzazione di eventi come gli orientamenti ed inoltre l’introduzione di prove intercorso in determinati esami.
Ad oggi proverei a lavorare sull’aspetto di contatto tra università e mondo del lavoro che credo abbia dei margini di miglioramento alla Federico II.
Cosa diresti a una matricola per convincerlo a entrare in ASE?
Spingerei sull’aspetto motivazionale, e su tutte quelle ragioni che hanno rappresentato per me motivo di arricchimento, come prima evidenziato. Insisterei sull’affrontare tale esperienza per acquisire tutte quelle che sono le soft skills necessarie all’approccio al mondo del lavoro, che la sola formazione accademica non arricchisce.
Anche l’opportunità di confrontarsi con studenti più grandi, che possiedono diverse esperienze e background diano alimento al proprio network, e consentono una più rapida crescita formativa fondamentale per il proprio futuro professionale, personale e più trasversale.
Hai ricoperto il ruolo di Project Worker presso Avantage Reply. Di cosa ti sei occupato in quel periodo?
Ho lavorato ad un project work in Avantage Reply (Roma). Il project work è stata un’ottima opportunità professionale. Con il mio Team mi sono occupato della “La classificazione e la valutazione della qualità degli attivi creditizi: dal framework normativo allo sviluppo della modellistica” secondo le logiche dell’Asset Quality Review con un particolare focus particolare alla credit file review.
È stato sviluppato un modello con il quale sono state calcolati i livelli di provisioning di un gruppo bancario a copertura del rischio di credito.
Come erano strutturati i colloqui che hai svolto con le diverse realtà aziendale?
Ho svolto diversi iter di selezione. Principalmente gli steps sono 3: assestment di gruppo; colloqui motivazionale con HR; e colloqui tecnici con manager e Partner.
In alcuni casi era presente una prima scrematura con test logico-attitudinali, matematici ed inglese.
Le realtà aziendali, con le quali mi sono confrontato, hanno chiaramente diverse modalità di approccio e di valutazione dei candidati. Genericamente sono molto apprezzate qualità come l’umiltà, la disponibilità, la voglia di imparare e la proattività.
Attualmente lavori presso Objectway come Associate Business Analyst. In cosa consiste il tuo ruolo?
Attualmente sono un Business Analyst (Business Consultant) e sono collocato all’interno dell’area IT Wealth Management staffato su una società cliente di OW che è la più grossa SGR del mercato italiano.
La mia figura professionale prende in carico un perimetro di attività cha va dalle analisi dei BR (Business Requirements) alle analisi funzionali (redazione degli AFU) ed alla gestione dei cantieri presi in carico dal team operando come PM (Project Manager).
Le principali tematiche affrontate sulle evolutive dei progetti lavorati riguardano il lato Business/It Operations e compliance del cliente. Nello specifico si parla di normative ESMA/Consob sul tema dell’asset allocation e sulla trasparenza informativa al mercato (come Mifid 2 o IDD).
Hai conseguito una certificazione in gestione e controllo dei rischi nell’intermediazione finanziaria. Quanto pensi sia importante acquisire competenze del genere parallelamente agli studi universitari?
Penso che competenze del genere possano rappresentare una spinta professionale e motivazionale forte ed ulteriore, al fine di una migliore operatività sul mercato del lavoro. In particolar modo il know-how specifico su particolari tematiche è sempre molto apprezzato in ambito di selezione del personale oltre ad essere anche una competenza acquisita in più, il che non fa mai male.
Parlaci della tua routine.
In questo preciso periodo storico, per via della pandemia, ho una routine molto statica. Cerco di iniziare la giornata con attività sportiva, per avere fin da subito la giusta serenità mentale.
Successivamente, inizio a lavorare partendo con una “call” di allineamento con il team ed il manager su tutti i “task” da eseguire durante il giorno. Successivamente, in giornata mi relaziono con i colleghi per poi ricercare anche un momento di pausa in cui condividere anche esperienze personali e perché no avere un momento di ricreazione dal lavoro. In tal senso reputo importante stringere legami con i colleghi per poter essere più affiatati sul posto di lavoro ed anche per una questione di network, fondamentale per il proprio futuro professionale.
Cosa consigli agli studenti, sia in ambito universitario che lavorativo?
Consiglierei di metterci passione in quello che fanno ed approfondire il più possibile le materie studiate, nel senso di andare non solo per superare gli esami ma anche per costruire il proprio bagaglio culturale che sarà il fondamento della vita professionale del futuro.
Sul mondo lavorativo consiglierei anche di fare esperienze (come l’associazionismo universitario) che consentano la propria crescita umana e personale, fondamentali per essere apprezzati sul mondo del lavoro.
Dove ti vedi tra 10 anni?
Immagino che dopo un tale lasso di tempo abbia acquisito un idoneo bagaglio professionale e di competenze tecniche, tale da consentirmi di trasmettere le mie conoscenze ad altri e da poter gestire risorse con leadership e sicurezza.
In particolar modo spero di poter dare positività ed essere un esempio per coloro che aspirino ad intraprendere un percorso analogo al mio.
A cura di Nunzio Visone e Giuseppe Piccolo.