Il “protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile”: modalità di svolgimento e future professioni del nuovo accordo tra ministero del lavoro e parti sociali
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Lo Smart working è diventato una modalità di lavoro comune in questo biennio di pandemia, che ha portato migliaia di lavoratori a lavorare da remoto.
Lo scorso 7 dicembre è stata siglata un’intesa dal ministero del lavoro e le parti sociali, per il “protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile”, che riguarda 15 milioni di lavoratori nel settore privato. Il protocollo inoltre, tiene conto della Legge n 81/17 che definisce la disciplina dello smart working, e la flessibilità organizzativa dello stesso.
Smart working, le linee guida:
Il protocollo fissa le linee guida sulle modalità dello smart working, si stima che in futuro verrà sempre più utilizzato dalle grandi aziende in cui l’89% dei lavoratori lavorerà da casa.
Analizziamo allora quali sono le linee guida del protocollo del 7 dicembre:
1. Adesione volontaria, subordinata alla sottoscrizione di un accordo individuale, fermo restando il diritto di recesso.
2. Accordo individuale scritto, tra i lavoratori e il datore di lavoro come definito dagli articoli 19 e 21 della L. n 81/17 e secondo quanto previsto dalle contrattazioni collettive. Le linee di indirizzo di questo accordo sono caratterizzate dalla flessibilità e dall’adattabilità dello smart working alle esigenze del lavoratore. Lo stesso che sigla l’accordo con il datore di lavoro è libero di recedere prima della scadenza del termine nel caso del contratto a tempo determinato e senza preavviso nel caso di contratto a tempo indeterminato.
3. Il diritto alla disconnessione, è sancito all’interno del protocollo; inoltre l’azienda può stabilire un range orario in cui il lavoratore può disconnettersi.
4. L’azienda deve fornire al lavoratore materiale tecnologico a meno che il lavoratore non voglia operare con i propri mezzi.
5. I luoghi in cui svolge lo smart working possono essere individuati dal lavoratore purché lo stesso possa svolgere la sua attività professionale in sicurezza e con lo stesso rendimento ottenuto in azienda.
Il protocollo tutela i diritti dei lavoratori agili che hanno eguali diritti rispetto a chi svolge le proprie mansioni in azienda, avendo lo stesso trattamento economico.
L’azienda inoltre, deve dare l’opportunità ai lavoratori di frequentare percorsi formativi, al fine di acquisire maggiori competenze per la gestione del lavoro in smart working.
Smart working, i lavoratori del futuro:
Definita la modalità in cui la maggior parte dei lavoratori svolgerà il proprio lavoro in futuro, occupiamoci di quali saranno le figure professionali più richieste nel 2024.
Le previsioni occupazionali, tenendo conto dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, vede in prima posizione la richiesta di lavoratori nel campo della formazione e della ricerca, in seconda posizione vengono richiesti professionisti in ambito medico e sanitario, segue la richiesta di professionisti nelle attività commerciali e in quelle amministrative e finanziarie, infine non manca anche se in proporzione minore la richiesta di lavoratori nelle risorse umane. Queste figure andranno a sostituire 2,5 milioni di occupati per il raggiungimento dell’età pensionabile.
Quanto alle competenze richieste per i professionisti del futuro, sarà sempre più imprescindibile l’unione tra la formazione, cultura e soprattutto tecnologia. Oltre a questo sarà di grande rilevanza il modo di relazionarsi del professionista e il saper farsi conoscere al meglio internamente e esternamente all’azienda, la curiosità intesa come motore per conoscere l’intelligenza artificiale e infine la capacità di far rete e creare un ambiente motivante e sereno.
A cura di Imma Galluccio