Massimo Siano head of Southern Europe di 21Shares, si dice sicuro che “le criptovalute saranno l’asset class del prossimo decennio”.
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Criptovalute, l’interesse degli investitori:
Il 2021 è stato un anno determinante per la crescita della moneta virtuale: le masse gestite dai fondi sono passate dai 24 ai 63 miliardi di dollari di oggi. Lo conferma anche lo studio condotto da Qualtrics attraverso Coinbase, la piattaforma mondiale di accesso alla cripto-economia. Invero, il sondaggio evidenzia che gli investitori in Europa, che non dispongono ancora di criptovalute nel portafoglio, cresceranno del 18%.
Tra i più degli 8mila investitori residenti in Europa intervistati, il 58% degli italiani sarebbe a conoscenza delle cripto, mentre il 29% di chi ne ha familiarità con esse le possiede o le ha possedute. Ciononostante, risulta che spagnoli ed italiani (il 45% e il 38% del campione) sarebbero quelli che palesano minore fiducia verso gli intermediari finanziari. A livello europeo, infine, Qualtrics evidenzia che il tasso di penetrazione sia lampantemente alto nei Paesi Bassi, ovvero il 38% e Spagna, con il 46%.
Criptovalute, Asset class e l’ottimismo degli italiani:
La correlazione positiva tra la conoscenza delle criptovalute e gli investimenti in esse rende le prime un’asset class a tutti gli effetti: più i clienti acquisiscono conoscenze, più sono disposti ad investire. A sostegno di questa tesi, Coinbase rende noto, inoltre, che sono proprio gli italiani ad essere quelli maggiormente ottimisti sulle monete virtuali, ovvero il 72% di quelli che ne dispongono o che ne hanno disposte in portafoglio ritiene che queste avranno un impatto positivo sulla società.
Criptovalute, investire in valute virtuali o reali?
I dati di mercato dimostrano che negli ultimi dieci anni gli investitori stiano passando da una strategia di trading a breve termine a una strategia “buy-and-hold”, a lungo termine. Il motivo risiederebbe proprio nei punti favorevoli del Bitcoin, in quanto moneta decentralizzata e limitata e senza includere, inoltre, che gode di un track record positivo da dieci anni, dove ha chiuso con il segno negativo solo in due di questi. Secondo queste premesse, gli analisti suppongono che il trend positivo si ripeterà anche nel 2022. Tuttavia, la natura altalenante della valuta e l’elevato rischio incutono ancora pavidità in molti investitori, i quali decidono di non investire. In merito però, c’è da osservare la crescita dell’inflazione e i bassi tassi reali che stanno contribuendo alla debolezza delle principali valute, quali il Dollaro, lo Yen e l’Euro. Queste, impedendo di ottenere rendimenti elevati, spingono gli investitori a scegliere di disinvestire, aumentando il rischio nell’investimento in valute virtuali, con la speranza di incrementare il proprio portafoglio.
A cura di Vincenzo Succoia