Loot boxes, casse premio… I processi che hanno influenzato le quotazioni della società produttrice di FIFA
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EA, cronistoria e analisi dello scenario:
Risalgono ai primi giorni di settembre del 2018 quelle che sono le prime indiscrezioni riguardanti cause legali intentate contro Electronic Arts.
La multinazionale americana, operante nel settore videoludico, fu accusata della presenza di cosiddetti “loot boxes” all’interno di uno dei loro titoli di punta: la serie FIFA. Il noto simulatore di calcio che ha fatto nel corso degli ultimi dieci anni terra bruciata intorno a sé, lasciando poco spazio alla diretta, ma debole, concorrenza di Konami, produttrice del titolo Pro Evolution Soccer.
Al 2019, la sola modalità Ultimate Team generava già il 28% degli incassi totali dell’azienda, più che triplicati rispetto ai 5 anni precedenti.
EA, le prime accuse:
La prima denuncia vede protagonista il Belgio, che nel 2018, accusa la compagnia di apporre all’interno del proprio titolo “casse premio“, che, secondo i player, inducono l’utente a spendere denaro per ottenere vantaggi all’interno del gioco. Le cause legali non si sono fermate entro il confine belga, vedendo protagonisti anche Germania, Pesi Bassi e, ultimi in ordine cronologico, gli USA.
EA, i motivi dell’assalto mediatico:
E’ utile, a tale proposito, fare due importanti precisazioni:
La prima riguarda le plurime accuse di istigazione al gioco d’azzardo, la cui gravità aumenta se si pensa che gran parte del loro target è rappresentato da adolescenti, dunque anche minorenni. L’azienda si è sempre tuttavia difesa affermando che
“le casse premio contengono esattamente ciò che vi è nella loro descrizione“.
Una mossa molto astuta, se si pensa che dopotutto risulta perfettamente coerente e capace di bypassare ulteriori accuse quali l’eccessiva, per molti, reticenza, da parte dei canadesi, nell’offrire in cambio all’utente contenuti che effettivamente valgano la spesa.
La seconda riguarda i brevetti sulla “difficoltà dinamica” la cui scoperta pare sia avvenuta contestualmente al periodo in cui si sono verificate le prime cause legali. Quando si parla di difficoltà dinamica si parla di un sistema che, stando alle informazioni, crea uno squilibrio nell’esperienza di gioco teso a favorire l’uno o l’altro utente nel corso delle partite. Naturalmente il concetto resta comunque quello di “una ruota che gira”, ovvero di un sistema che interessa a fasi alterne tutti gli utenti. Tale squilibrio sarebbe volto, secondo i più, ad indurre il videogiocatore al rinnovamento continuo della propria squadra e del proprio sistema di gioco portandolo, prima o poi, all’esborso di denaro pur di non interrompere o far precipitare la propria esperienza di gioco dal punto di vista dell’intrattenimento. Come espresso nel documento
“Often games that are too difficult or too easy will result in less enjoyment for a user. Consequently, the user is likely to play the game less. Thus, one of the challenges of game development is to design a game with a difficulty level that is most likely to keep a user engaged for a long period of time“.
La giustificazione è quindi che un’esperienza troppo ardua o banale potrebbe allontanare il player dal gioco.
EA Sports ha sempre negato tutto nel corso degli anni, e continua a farlo, nonostante le accuse legali, le semplici illazioni degli utenti, o le forti critiche da parte dei maggiori creatori di contenuti del settore.
Alla luce della recente causa legale intentata negli Stati Uniti, prima causa imperniata non sul gioco d’azzardo bensì sui brevetti, resta ancora interrogativo di molti se la compagnia si ostini a negare per reputazione o perché tutto ciò sia effettivamente solo una fantasia dell’utente.
EA, le conseguenze in Borsa:
A causa dei processi penali, la risposta dei mercati non si è fatta attendere.
Allo 01/09/2018 la Electronic Arts Inc che quotava oltre 120 dollari per azione, ha subito una rapida discesa, crollando fino alla quotazione del 01/12/2018 di circa 80 dollari per azione.
Nel corso del 2019, grazie al solido modello di business, la quotazione ha ripreso a salire tornando a circa 100 dollari per azione.
Con il lockdown generale causato dalla Pandemia, in questo 2020, sempre più persone, che si sono trovate chiuse in casa per un lungo periodo, si sono avvicinate (o riavvicinate) al mondo degli E-sports. Titoli come Fifa ne hanno beneficiato positivamente, portando i fatturati, le aspettative e quindi anche le quotazioni delle aziende come la EA a una costante crescita durante tutto l’anno.
Ad oggi nonostante le numerose cause, con la rispettiva erosione della fiducia da parte dei suoi users, la società vanta di una quotazione di oltre 139 dollari per azione.
A cura di Alessandro Garbucci