Next Generation Ue, mentre l’Italia è ancora in attesa dell’approvazione, analizziamo il contenuto del PNRR
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Il funzionamento del Programma era stato ampiamente trattato in un articolo precedente (clicca qui per leggerlo). Approvato lo scorso luglio, il Next generation EU è il piano di rilancio che prevede la costituzione di un fondo volto a sostenere il risanamento della struttura economica dei ventisette. In totale sono stati stanziati 750 miliardi di euro, i cui principali beneficiari sono Italia e Spagna.
Recovery Fund, il Piano italiano:
In Italia il Recovery Plan è stato denominato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e tra le 6 macro-aree si focalizza in particolare sulla riforma fiscale, sulla digitalizzazione e sulla transizione verde. Attualmente l’iter alla Camera e al Senato rappresenta un passaggio tutt’altro che formale, il PNRR, dopo l’esame da parte delle Camere, dovrà tornare a Palazzo Chigi per il recepimento delle proposte di modifica e poi di nuovo in Parlamento per l’approvazione definitiva.
La quota che spetta alla nostra nazione è di 209 miliardi di euro, di cui 127 miliardi di euro sotto forma di prestiti e altri 81 miliardi di euro come sovvenzioni (pari al 28% dell’intero fondo stanziato). La scommessa sulla ripresa si articola in 8 punti chiave, stabiliti dalla Presidenza del Consiglio il 18 dicembre 2020, la quota maggiore è stata destinata ai progetti a tema “rivoluzione verde e transizione ecologica” con 74,3 miliardi di euro, seguita da “digitalizzazione e innovazione” a cui vengono destinati 48,7 miliardi di euro e la terza voce di spesa è relativa ad investimenti in “infrastrutture e mobilità sostenibile” finanziate da 27,7 miliardi di euro. Altri settori interessati ma a cui sono stati destinati fondi in quantità minore sono: istruzione e ricerca con 19,2 miliardi di euro, parità di genere con 17,1 miliardi di euro ed infine sanità con 9 miliardi di euro. L’obiettivo principale è la crescita del PIL del 2,3% in più rispetto al 2019.
Recovery Fund, la rivoluzione verde:
Il Covid19 ha stravolto le aspettative di azione dei governi europei, ma ha messo in risalto la necessità muoversi verso la green economy, attraverso provvedimenti ormai improrogabili. L’obbiettivo europeo rimane portare l’ impatto climatico a zero emissioni entro il 2050, come siglato dall’ Accordo di Parigi (nel quale sono rientrati anche gli USA con la firma del neoeletto Presidente Biden, ndr). In Italia il 37% dei fondi sarà quindi impiegato per il raggiungimento di questo obiettivo; il piano d’azione investe in varie aree concentrandosi nella decarbonizzazione dei trasporti e nel miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici per cui sono stati destinati 40,1 miliardi di euro del totale. Inoltre sono previsti investimenti in materia di economia circolare e gestione integrata del ciclo delle acque.
Recovery Fund, digitalizzazione e innovazione:
Il 20% dei Fondi, pari a 35,5 miliardi di euro, è destinato a dare una “nuova vita digitale” alla nostra nazione. L’Italia rispetto al resto del mondo non si è dimostrata mai altamente propensa ad investimenti che riguardassero la digitalizzazione delle imprese e delle aree fondamentali di sviluppo riguardanti la quotidianità dei cittadini. Secondo gli esperti questa concreta disponibilità monetaria potrebbe costituire un trampolino di lancio per la nazione verso l’innovazione. I punti fondamentali presi in considerazione per questo punto del provvedimento di risanamento sono sei: “Dati e interoperabilità” riguardante l’offerta alle imprese e ai cittadini di servizi più veloci ed efficienti grazie alla comunicazione tra le banche dati della pubblica amministrazione. “Infrastrutture apposite” per la tecnologia cloud e 5G. “Piattaforme e servizi” che punta a una serie di iniziative per favore della diffusione dei servizi digitali, dai pagamenti elettronici dell’identità digitale. Infine “Innovazione tecnologica” che mira a interventi volti a sostenere la capacità innovativa del Paese.
Recovery Fund, infrastrutture e mobilità sostenibile:
Dei fondi, 27,7 miliardi di euro, saranno destinati al settore della mobilità, con particolare focus su progetti come l’alta velocità e la manutenzione stradale 4.0. Gli incentivi si concretizzeranno nel miglioramento degli spostamenti casa-lavoro-scuola, nella costruzione di una linea ferroviaria di alta velocità che ricopra il tratto Napoli-Bari ed infine incentivi alla mobilità sostenibile con un focus sull’elettrificazione mediante l’erogazione di bonus per l’acquisto di queste particolari autovetture. Nonostante durante gli ultimi mesi si è discusso altamente di quanto possa attrarre l’idea di costruire una rete ferroviaria unica, non sussistono ad oggi i presupposti necessari, quello di cui necessita il paese è una rete realmente performante piuttosto che all’avanguardia.
A cura di Francesca Maria Postiglione