La neoeletta vice-presidentessa della Regione Lombardia ha elencato dei criteri di ripartizione discutibili che hanno suscitato reazioni indignate da tutta Italia
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Moratti, la proposta “shock:
Si potrebbe definire una prima reazione “shock” (a voler parafrasare un’ormai remota uscita dell’ex premier Renzi tornata recentemente in auge per volere di quel lato web che quotidianamente diverte milioni di italiani con meme, vignette, battutine, parodie e caricature) quella che il mondo politico ha riservato alla neoeletta vice-presidentessa e assessore al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti. La manager e politica milanese, infatti, ha attirato lo sdegno di colleghi, stampa ed opinione pubblica a seguito di alcune presunte proposte legate ai suoi contatti con il commissario Arcuri riguardanti l’individuazione di “quattro potenziali parametri utili ad indirizzare la distribuzione dei vaccini anti-Covid: contributi che le Regioni danno al Pil, mobilità, densità abitativa e zone più colpite dal virus”. Questo è quanto è filtrato dall’incontro della Moratti con i capigruppo, stando alle fonti di maggioranza e a quelle di opposizione.
Moratti, la reazione feroce (e giustificata) dell’Italia:
A certi livelli sarebbe opportuno misurare parole, progetti ed azioni volte al sostegno di determinate ideologie (talvolta retrograde o discriminatorie) che andrebbero riviste, soprattutto se si pensa che si è arrivati ad un punto in cui (nell’ottica della progettazione della distribuzione dei vaccini) alcune scelte potrebbero rivelarsi cruciali per l’immediato futuro del paese. Se, invece, si avanzano idee di progetti che non fanno che riaprire vecchie ferite mai completamente sanate, si finisce per buttare benzina su un fuoco già difficile da domare e che bisogna ad ogni modo evitare che si espanda ulteriormente.
Alla notizia riguardante le parole della Moratti sui vaccini, è seguita un’ondata indescrivibile di invettive e critiche, che hanno costituito, nei giorni scorsi, la linfa dei profili Facebook, Twitter ed Instagram dei più variegati personaggi della scena italiana.
“Affermazioni a un passo dalla barbarie” queste le poche ed affilate parole con cui l’eloquente e mai banale Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca commenta la presa di posizione della Moratti.
“Mi cadono le braccia” più teatrale ed ancor più convincente la reazione di Giuseppe Sala, sindaco di Milano.
Il Ministro Speranza, più che colpire le già sufficientemente dilaniate proposte della manager milanese, ne smonta le fondamenta: “La salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione, non un privilegio di chi ha di più”.
“Questo merita una discussione immediata in Consiglio: i criteri elencati al momento ci sembrano discutibili se non discriminatori” più socialmente impegnate le parole di Massimo De Rosa, capogruppo dell’M5S.
“I vaccini non si distribuiscono in base a dati economici, ma in rapporto al livello di rischio di vita e salute” aggiunge la Cisl Lombardia.
Moratti, la sua linea d’azione:
“Il Pil è un indicatore economico-finanziario che attesta l’attività in una Regione che, questo sì, l’ho detto, è il motore dell’Italia” questo il tentativo di correzione (comunque piuttosto blando e ricco di velate sfumature antimeridionali) dell’ex-sindachessa di Milano, che ribadisce (seppur in maniera più prudente) che, qualora le regioni che maggiormente contribuiscono all’incremento del Pil nazionale venissero adeguatamente supportante da una ripartizione dei vaccini non proprio equa (e sicuramente non basata su necessità di natura clinica) per tutti, la ripresa potrebbe subire una considerevole accelerazione e la ricostruzione sul piano economico potrebbe non essere vista più come un’irraggiungibile utopia, ma un obiettivo a medio termine verosimilmente conseguibile.
“C’è bisogno di un’accelerazione nella distribuzione dei vaccini in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, che costituisce una dei principali motori economici del Paese e, se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell’intero Paese” queste la “difesa” (se di difesa si può parlare) che l’assessorato ha riservato all’idea di progetto, condivisibile o meno, della Moratti.
Per quanto apparentemente coerente e (forse?) funzionale dal punto di vista pratico, tali posizioni fanno accapponare la pelle e ravvivano dei conflitti, mai realmente terminati, che si legano in maniera diretta allo scontro Nord-Sud che da anni tormenta la sfera sociale e, a tratti, politica del nostro paese.
“Tutto ai ricchi” o “Territori di Serie A e di Serie B” sono solo alcune delle brevi, pungenti e provocatorie invettive che molti dei leader politici dei gruppi di centro-sinistra non hanno mancato di far arrivare alla vice-presidentessa della Regione Lombardia, ponendo l’accento sulla ridicolezza e sull’assurdità di un tale progetto (che affonda le proprie radici nelle posizioni di estrema destra della Lega, che, a detta di molti, non ha mai veramente smesso di essere “Lega Nord”, ndr).
Ideologie ed opinioni che rischiano di sfociare nel campo della bioetica, un territorio in cui non ci sono forme di razzismo od ignorante antimeridionalismo che tengano.
A cura di Mario De Vito