L’effetto dei conti dell’Unione Europea, per fronteggiare l’emergenza Covid durante la cristallizzazione generale delle attività economiche.
[Reading time: 3 min]
Il buco, la sua origine:
La pandemia, causata dal SARS-COV-2, ha implicitamente creato un buco nei conti degli enti locali e regionali, nell’Unione Europea. L’ampiezza del buco è pari a 180 miliardi di euro, di cui: il 69% riguarda l’aumento delle spese, mentre il restante 31% è connesso alle mancate entrate nelle casse delle regioni e dei comuni europei. Quanto citato, costituisce “l’effetto forbice” (secondo uno studio presentato a Bruxelles; ndr.), poiché le minori entrate derivano dal crollo di imposte, tasse e tariffe, senza dimenticare il calo dell’attività produttiva. Mentre le spese, invece, hanno avuto origine per l’adozione di tutte le misure del caso, ma in particolar modo per far fronte allo shock esogeno e simmetrico sia dal lato della domanda che dell’offerta.
Il buco, gli effetti eterogenei nell’Unione:
Lo studio europeo evidenzia le differenze territoriali nel modo in cui la pandemia ha colpito le diverse comunità. In Italia si parla di un buco pari a 22,7 miliardi, in Spagna di 12.3 miliardi, ed in termini percentuali in Bulgaria con un 15,3%, Lussemburgo per 13,5%, ma l’effetto più gravoso è il 25% di Cipro. Lo studio prosegue con sguardo al futuro, effettuando l’analisi dei settori economici più colpiti dall’emergenza pandemica e delle relative condizioni economiche. La prospettiva emersa è che i divari territoriali sono destinati ad aumentare, le regioni più colpite, quindi, rischiano di pagare un prezzo più alto rispetto ad altri paesi che meglio hanno fronteggiato la pandemia. (Sono emersi, di conseguenza, i punti deboli delle regioni più colpite che, secondo il parere del comitato di Bruxelles, devono essere colmati con una innovativa pianificazione amministrativa e strategica; ndr.)
Il buco, il contrattacco italiano:
La Commissione europea ha recentemente erogato all’Italia un prefinanziamento pari al 13% delle risorse del “Recovery Fund”. Secondo alcuni articoli apparsi nella stampa italiana questo prefinanziamento è destinato a finanziare ben 106 progetti. Il prefinanziamento non è però vincolato a specifici investimenti, ma le informazioni diffuse ipotizzano semplicemente che la spesa per gli investimenti del PNRR relativa al 2020 e al 2021 sarà allocata con parte delle risorse appena erogate. In realtà il prefinanziamento erogato rappresenta una forma di finanziamento di tutto il deficit pubblico del 2020-21. In generale, non è rilevante se il prefinanziamento o le future rate siano legati a specifici investimenti, in quanto le sole condizioni poste per il loro ricevimento sono gli obiettivi e i traguardi concordati con la Commissione e il Consiglio Europeo al momento dell’approvazione del PNRR.
A cura di Emanuele Piccinella