Il gruppo bancario ha firmato un accordo finalizzato all’assunzione di 1’100 giovani a tempo indeterminato entro il 2025
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Intesa Sanpaolo, l’accordo:
Carlo Messina, lo Chief Executive Officer di Intesa Sanpaolo, ha annunciato l’accordo con i delegati delle organizzazioni sindacali Fabi, First CISL, FISAC/CGIL, UILCA e UNISIN, incentrato su un importante ricambio generazionale a fronte di 2’000 prepensionamenti volontari.
Nel momento in cui i 2’000 tra dipendenti e dirigenti, che avranno maturato i requisiti necessari al prepensionamento entro il primo semestre del 2025, verranno sostituiti da 1’100 giovani, questi avranno la possibilità di firmare un contratto a tempo indeterminato.
Intesa Sanpaolo, le parole della COO:
<< I giovani che entreranno in Intesa SanPaolo con questo ulteriore accordo porteranno nuove energie e competenze per costruire la banca del Futuro>>
Queste le parole di Paola Angeletti, Direttrice operativa del gruppo.
La COO afferma inoltre che Intesa Sanpaolo ha uno dei più grandi piani di ricambio generazionale d’Italia, per lei assolutamente necessari per adeguare costantemente le competenze dell’organico aziendale alle nuove esigenze del mercato.
Tramite questo accordo, supportato dalla tenacia dei sindacati, si è raggiunto un importante risultato nella tutela e crescita dell’occupazione giovanile.
Intesa Sanpaolo, l’impatto patrimoniale sull’istituto bancario:
L’accordo è stato fissato sulla base di un rapporto iniziale “2 uscenti, 1 entrante”, che genererà a fronte di un abbassamento dell’età media dei lavoratori del gruppo un considerevole risparmio sul costo del personale. Secondo gli analisti si prospetta un risparmio del 2% circa dell’utile per azione, quindi circa 200 milioni di euro, ante imposte, nell’anno 2024.
Sembra che anche la multinazionale Citi abbia una visione ottimistica sulla redditività e sui rendimenti prospettici del gruppo, qualificandola con una forte stabilità patrimoniale e con interessanti pian strategici che potrebbero sfruttare al meglio questo periodo di ripresa.
Gli esperti economisti affermano che il tema della riduzione del personale, nonostante sia da sempre considerato molto delicato, è stato affrontato in questo caso in termini di responsabilità e utilità sociale, il tutto sempre nel rispetto delle regole governative, in modo da non recare danni ne ai lavoratori ne al mercato del lavoro.
A cura di Emanuele Mulo