Cristina, laureata in Finanza, ad oggi ricopre il ruolo di Internal Auditor presso il gruppo Bancario Illimity.
Cosa ti ha spinto a intraprendere il percorso in Economia, ed in particolare in Finanza?
Ho deciso di intraprendere il percorso di economia al quarto anno di superiori. Ho sempre avuto un interesse verso problemi e materie quantitative, in particolare per la matematica, pertanto all’università volevo studiare in che modo potessi risolvere problemi reali tramite soluzioni numeriche. Quindi, con la curiosità di una liceale, ho iniziato ad avvicinarmi al mondo dei mercati finanziari, delle bolle speculative, delle politiche economiche guardando documentari, film e leggendo libri, soprattutto riguardo la crisi del 2007. La magistrale in Finanza è stato un naturale sviluppo del mio percorso accademico: in triennale ho svolto esami legati all’economia degli intermediari e al risk management, mi sono piaciuti e coerentemente con i miei interessi ho proseguito con gli studi in Finanza.
Hai riscontrato difficoltà durante il tuo percorso universitario? Se sì, come le hai affrontate?
Non ho riscontrato particolari difficoltà, al di là di esami con una mole di studio più pesante rispetto agli altri (diritto commerciale è un clichè). Credo che le difficoltà maggiori le abbia riscontrate nel momento in cui ho deciso di partire per l’Erasmus e contemporaneamente partecipare alla Research Challenge; in quel momento ero sovraccarica di lavoro e con pochissime ore di sonno, ma felicissima ed orgogliosa di poter rappresentare la mia università al tempo stesso all’estero ed in Italia.
Hai svolto un periodo di studio all’estero, pensi che abbia contribuito maggiormente al tuo percorso di studi? Lo consiglieresti?
Assolutamente sì. Sono partita per l’Erasmus a gennaio 2020, poco prima dell’inizio della pandemia. Ho vissuto circa 3 mesi a Madrid, poi ho continuato a seguire le lezioni online da casa. Nonostante ciò rifarei esattamente la stessa scelta. Studiare in un’altra lingua, con professori e compagni di diverse nazionalità, mi ha permesso di affrontare sfide quotidiane con leggerezza e positività, nonché di analizzare una questione da differenti punti di vista senza essere focalizzata unicamente su di un unico lato di essa.
Di cosa trattava la tua tesi di laurea magistrale?
La tesi che ho scritto in Vigilanza bancaria e Controlli interni trattava della relazione esistente tra il rischio di liquidità ed il fallimento bancario. Specificatamente, ho analizzato un campione di circa 300 banche, ed attraverso un modello econometrico ho evidenziato la relazione esistente tra l’indice di liquidità strutturale (Net Stable Funding Ratio, NSFR) ed un set di variabili macroeconomiche e legate a grandezze tipicamente bancarie, predittrici del fallimento bancario. Ho poi replicato lo stesso modello, con variabili indipendenti leggermente diverse, applicandolo su un sottocampione composto da circa 100 banche sottoposte agli ultimi quattro stress test condotti dall’EBA al fine di verificare se la relazione tra liquidità e fallimento fosse ugualmente rispettata anche tra le banche di più grandi dimensioni.
Hai partecipato alla CFA Research Challenge, di cosa si trattava?
La Research Challenge è una gara in cui diverse università italiane si sfidano in un caso di valutazione d’azienda. Le squadre partecipanti redigono un vero e proprio report volto ad assegnare un target price futuro all’azienda sotto osservazione. Al termine della gara, i partecipanti discutono le assunzioni su cui è stato basato il loro modello di valutazione dinnanzi ad una giuria composta da analisti professionisti. Personalmente, ho avuto la fortuna di analizzare una realtà italiana d’eccellenza che è la casa automobilistica Ferrari. E’ stata un’esperienza magnifica anche se molto sfidante. E’ un progetto impegnativo che richiede tanta determinazione e volontà d’animo, e tanta capacità nel fare ore piccole!
Durante il tuo percorso universitario quale esame ti ha colpito più di tutti e ti ha lasciato un’impronta utile al tuo futuro lavorativo?
Sono diversi gli esami che ad oggi trovo utili per la mia carriera lavorativa, come Gestione e controllo del rischio, Vigilanza e Controlli interi, Finanza Matematica, Diritto Commerciale, Teoria della Finanza. Quello che tuttavia mi ha permesso di avvicinarmi di più al mondo del lavoro è stato Finanza Aziendale avanzato in cui ho avuto l’opportunità di analizzare aziende reali e di valutarle.
Abbiamo notato che hai conseguito un master, come mai hai scelto proprio l’IPE Business School? Raccontaci la tua esperienza.
Ho scelto l’IPE in primo luogo perché ero interessata ai corsi ed i moduli che proponeva. In secondo luogo ho preferito continuare i miei studi in una scuola che valorizza a pieno il territorio campano ma che al tempo stesso ospita professionisti provenienti da aziende di tutto il mondo.
Ritieni che dopo gli studi universitari sia necessario specializzarsi ulteriormente?
Dipende dalla carriera lavorativa che si ha in mente. Ho scelto di specializzarmi perché volevo apprendere di più del mondo della finanza quantitativa. Immediatamente dopo la laurea, non mi sentivo del tutto pronta al mondo del lavoro, non avevo conoscenze abbastanza pragmatiche per il percorso professionale che volevo intraprendere. In università, infatti, ho elaborato conoscenze per lo più teoriche, che rappresentano però un ottima base per apprendere i processi su cui poggiano le attività ed i progetti che svolgo attualmente.
Hai iniziato la tua carriera presso EY, in che modo sei venuta a conoscenza di questa opportunità?
Ho conosciuto EY tramite l’università in particolare durante il Career Day. Ho lasciato il CV sul loro desk e dopo qualche giorno mi hanno contattata proponendomi di partecipare ad una Challenge legata alla Corporate Finance dal titolo Corporate Finance Woman of the Year. Alla gara hanno partecipato circa cinquanta ragazze provenienti da tutte le università italiane e che si sfidavano su business case legati a situazioni reali in materia di finanza aziendale. Sono arrivata in finale e al termine della gara mi è stato proposto di fare l’ambassador, partecipando a progetti che valorizzassero il brand EY.
Hai svolto questa esperienza lavorativa durante la magistrale, in che modo sei riuscita a conciliare studio e lavoro?
Ho conciliato studio e lavoro gestendo il mio tempo in maniera ordinata. Sono dell’idea che nell’arco di una giornata siamo in grado di poter fare tantissime cose, è essenziale però l’organizzazione. Quindi cercavo di studiare giorno per giorno senza accumulare arretrati mentre la sera mi dedicavo ai progetti lavorativi. Organizzando le mie giornate ho avuto il tempo di dedicarmi in maniera più spensierata allo sport che pratico, ai miei hobby e soprattutto alla mia famiglia ed amici.
Di cosa ti occupi attualmente?
Ora sono un Internal Auditor presso il gruppo bancario illimity. In particolare mi occupo della valutazione del sistema di controllo interno della banca, in particolar modo sulle attività inerenti i processi del credito ed il Risk Management. In più mi occupo dello sviluppo di strumenti di Data Analytics che siano in grado di ingegnerizzare ed automatizzare i controlli.
La conoscenza linguistica di inglese e spagnolo gioca un ruolo importante nel tuo lavoro?
Sicuramente la conoscenza della lingua inglese è un elemento chiave del mio lavoro. Scrivo e leggo report in inglese quotidianamente. Per quanto concerne lo spagnolo, è utile conoscere una lingua in più ma nel ruolo che occupo, non è essenziale.
Ritieni che lavorare a Milano sia un vantaggio oppure, se ne avessi l’opportunità, ritorneresti a Napoli?
Milano è una città che offre oggettivamente più opportunità lavorative rispetto a Napoli, tuttavia non appena ne avrò l’occasione ritornerò nella mia città natale dal momento che una delle mie più grandi ambizioni consiste nel valorizzare le piccole imprese del mio territorio, guidandole verso la digitalizzazione e facilitandone l’accesso al credito per poter finanziare progetti ad alto potenziale.
Quali skills che hai acquisito durante il periodo universitario si sono rivelate utili nel mondo del lavoro? E ad oggi quali skills consiglieresti di approfondire ad uno studente per inserirsi con successo nel mondo del lavoro?
Sicuramente l’adattabilità a qualsiasi situazione. L’università mi ha insegnato che ci saranno sempre problemi da risolvere e situazioni o persone a cui doversi adattare, l’importante è saper arrivare a compromessi ed accettare che nulla arriva o ci è dato facilmente, bisogna rimboccarsi costantemente le maniche.
In generale, cosa consiglieresti ad un neolaureato?
Di non correre, c’è tempo per lo studio, per laurearsi, per il lavoro. Di informarsi, ed essere affamati di conoscenza. Infine di inseguire sempre i propri interessi e senza mai tralasciarli.